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Longfellow, Henry Wadsworth.

Poeta e romanziere statunitense. Nato da ricca famiglia borghese, compì gli studi al Bowdoin College di Boston, dove fu compagno di corso di Hawthorne. Ottenne, dopo tre anni trascorsi in Spagna, Francia, Italia e Germania per studiare, la cattedra di Lingue moderne nella stessa scuola. Fu in seguito insegnante di Francese e Spagnolo presso l'università di Harvard; svolse una vastissima attività letteraria e poetica, nella quale si rispecchiavano i valori della società puritana del tempo. Fu il poeta più celebrato e famoso di tutto il XIX sec. e ottenne riconoscimenti inusitati, quale un busto alla memoria nell'"angolo dei poeti" dell'Abbazia di Westminster, che non è stato concesso a nessun altro poeta americano. I critici tendono ora a ridimensionare molto l'importanza e la validità della sua opera, che appare più l'incontro di varie e mal approfondite lezioni europee che non una voce originale e realmente partecipe del processo e dei problemi in cui si trovava coinvolta. Dotato di una notevole facilità espressiva, L. ebbe un considerevole riscontro anche presso la gente di modesta cultura e presso il mondo dei più piccoli divenendo il portavoce del gusto letterario classico del suo tempo: la nostalgia per un immaginario passato, i buoni sentimenti, le storie semplici e gentili, mai neppure sfiorate da forti passioni o azioni violente, espresse con soavità e toni rassicuranti fecero di lui uno dei più amati poeti e scrittori dell'epoca, tanto che persino la regina Vittoria volle conoscerlo personalmente e le università di Cambridge e di Oxford gli conferirono la laurea ad honorem. La sua poetica così legata alla realtà del tempo se per un verso costituì la sua fortuna fu d'altro canto anche la causa del declino della sua fortuna e del ridimensionamento operato dalla critica moderna: infatti con la fine dell'era vittoriana e dei suoi precetti e valori tanto rigidi, veniva meno la forza e la rappresentatività della voce di L. che si poneva in contrasto molto netto con l'emergente gusto moderno. Tra i molti volumi di versi ricordiamo Voci della notte (1839), Ballate e altre poesie (1842), Poesie sulla schiavitù (1842), Il campanile di Bruges e altre poesie (1845), La spiaggia e il focolare (1849), Racconti della locanda lungo la strada (1863), Keramos (1878), Ultima Thule (1880), Nel porto (1882), nonché i lunghi poemi narrativi Evangeline (1847), Il canto di Hiawatha (1855) e i romanzi Oltremare (1833-34), sulle sue esperienze all'estero, e Hyperion (1839), autobiografico. Degna di nota è la raccolta Racconti di un'osteria nella quale riecheggia gli esempi del Boccaccio e del Chaucer; da non dimenticare inoltre è la sua traduzione della Divina Commedia di Dante, in cui, nonostante la superficialità con cui rese la pregnanza delle parole dantesche, ammirevole è lo sforzo di aderire al testo originale per quanto riguarda il ritmo, il luogo delle cesure e l'interpretazione letterale (Portland, Maine 1807 - Cambridge, Massachusetts 1882).